Si è tenuto presso la sede del Centro Sviluppo Materiali S.p.A. (CSM), il workshop di presentazione dei risultati del progetto di sviluppo industriale della innovativa tecnologia di gassificazione applicata al settore delle plastiche.
I lavori hanno visto un’adesione ampia e qualificata di rappresentanti appartenenti ai diversi settori industriali, interessati ad approfondire possibili applicazioni e vantaggi della tecnologia CSM ai fini energetici applicata nello specifico agli scarti derivanti dai processi di selezione degli imballaggi in plastica. Tali scarti definiti generalmente plasmix (estremamente eterogenei e privati di tutte le frazioni che possono essere indirizzati al recupero di materia mediante riciclo meccanico), conservano infatti un potenziale energetico confrontabile con quello sviluppato da alcuni combustibili fossili (es. coke).
Il plasmix è stato dunque scelto come materiale oggetto dello studio di fattibilità commissionato da CONAI e COREPLA a CSM, con l’obiettivo di individuare un’ulteriore soluzione di valorizzazione degli scarti, consentendo ad esempio la realizzazione di impianti di piccole – medie dimensioni meno impattanti sul territorio e in grado di garantire il ritorno degli investimenti in tempi brevi. Il livello di rimuneratività è interessante anche considerando il solo recupero di energia tralasciando gli eventuali incentivi statali.
Le prove sperimentali condotte al CSM di Castel Romano (Roma) su un impianto pilota di gassificazione da 100 kg/ora, hanno consentito di sviluppare una tecnologia innovativa (oggetto di brevetto) specifica per il plasmix per ricavarne un gas di sintesi (syngas) adatto a produrre energia.
La soluzione sviluppata si basa su un tamburo rotante, tecnologia già ampiamente utilizzata per il trattamento di rifiuti speciali, e su elementi innovativi di immissione ottimizzata di agenti ossidanti (aria e ossigeno) lungo il reattore.
Il syngas prodotto è risultato idoneo per l’utilizzo nella produzione combinata di energia elettrica ed energia termica in impianti dedicati, modulari, di piccola-media taglia, ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale.
Sulla scorta dei risultati della sperimentazione è stato realizzato il progetto di base di un impianto industriale in grado di trattare 4 tonnellate all’ora di plasmix. Le valutazioni di fattibilità economica ne dimostrano la convenienza, anche sfruttando solo l’energia elettrica prodotta e senza tener conto di eventuali incentivi da parte dello Stato sulla tariffa di vendita.
Scenari ancora più favorevoli si possono delineare in funzione di localizzazioni dell’impianto che consentano l’intero sfruttamento dell’energia sia elettrica che termica. Inoltre, laddove sia possibile massimizzare l’utilizzo interno alla realtà produttiva, sede dell’impianto, dell’energia elettrica, in considerazione dell’attuale situazione tariffaria, si migliorerebbe ulteriormente il conto economico della gestione.
Giorgio Quagliuolo, Presidente Corepla ha sottolineato: “COREPLA, anche in funzione dei nuovi obiettivi di recupero e riciclo previsti dalla legislazione europea, ha inteso approfondire soluzioni innovative e alternative ai processi di combustione tradizionali, caratterizzate da maggiore sostenibilità finanziaria per dare un’ulteriore opportunità di recupero agli scarti provenienti dalla selezione degli imballaggi in plastica difficili da riciclare. I risultati raggiunti dall’impianto pilota CSM ci sembrano importanti e propedeutici anche al raggiungimento dell’obiettivo “discarica zero” che intendiamo perseguire con determinazione”.
Cesare Murgia, Amministratore Delegato del CSM ha aggiunto: “Vedo con piacere che l’interesse per le tecnologie ambientali messe a punto dal CSM è alto. Non ci aspettavamo un’adesione così ampia al workshop e questo fa ben sperare per gli auspicati impieghi industriali delle nostre tecnologie.
Inoltre il progetto di gassificazione del plasmix ha particolari profili di innovazione oltre a quelli tecnologici in senso stretto. La stessa genesi del progetto è infatti originale, perché promossa da un consorzio di imprese, COREPLA, che ha dimostrato una grande capacità nel farsi promotore non solo di sinergie a livello industriale tra le aziende, ma anche di importanti progetti cooperativi di innovazione tecnologica. Le tecnologie ambientali e di recupero energetico che il CSM ha sviluppato negli anni, avvalendosi del know-how maturato nel campo della chimica fisica dei processi, dell’ingegneria dei reattori innovativi e dei materiali di nuova concezione, sono pronte per essere specializzate alle specifiche esigenze dei diversi settori industriali“.
Il Centro Sviluppo Materiali
Il Centro Sviluppo Materiali SpA, con sei sedi in Italia e circa 300 dipendenti e collaboratori (di cui 70% laureati) è un centro di ricerca industriale che elabora sul mercato globale soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel campo dei materiali, in particolare acciaio, leghe e rivestimenti speciali, intermetallici.
Recentemente entrato a far parte del RINA, azienda internazionale di certificazione e servizi nel settore navale, ambientale, energia, infrastrutture e trasporti, che ne ha acquisito il 50,5%, il Centro Sviluppo Materiali ha come altri azionisti Tenaris Dalmine, Acciai Speciali Terni, Finmeccanica, Fincantieri, Tenova, Vesuvius, Arvedi, SAIPEM, Polo Tecnologico Industriale Romano, ACEA ed AMA.
L’approccio multidisciplinare gli consente di coprire l’intero arco del processo di innovazione, dalla metallurgia alla chimica fisica di processo, fino all’applicazione nella filiera produttiva. Tra le filiere di ricerca ed innovazione di maggior rilievo l’Oil & Gas, la Power Generation, la Siderurgia, l’Aerospazio e l’Ambiente con particolare riferimento alla valorizzazione dei rifiuti industriali pericolosi per la produzione di energia elettrica e termica (Waste to Energy).